Antonio Schiavulli, La guerra lirica. Il dibattito dei letterati italiani sull'impresa di Libia (1911-1912)
PAGINE: 160
PREZZO: € 15,00
FORMATO: cm 15 × 21
COLLANA: La politica dei letterati
DATA DI PUBBLICAZIONE: gennaio 2009
La guerra intrapresa nel 1911 per la conquista e l’occupazione della Libia rappresenta, nell’ambito del più ampio contesto della colonizzazione italiana in Africa, il culmine della politica di unità nazionale promossa dai governi liberali per «fare gli italiani» e il modello per la ormai imminente propaganda interventista e fascista, negli anni in cui sembra compiersi un vero e proprio mutamento del ruolo degli intellettuali nella società. Si sono raccolti qui alcuni degli interventi che animarono il dibattito dei letterati intorno alla legittimità dell’occupazione libica e della politica espansionistica dell’Italia giolittiana per misurare sul campo la temperie intellettuale di una fase critica della cultura del nostro paese. A fare da sfondo a questa operazione editoriale vi è la fiducia profonda nel potere produttivo della parola, la convinzione che, soprattutto quando venga pronunciata da chi della parola ha fatto il proprio mestiere, essa possa risultare capace di materializzarsi in agire politico.
Se, infatti, la prassi politica, negli anni presi in esame, ha potuto modellarsi sui caratteri della aggressione, della violenza e della negazione dell’Altro, è stato anche in virtù della capacità di produzione di identità in conflitto messa in scena da un apparato di diffusione culturale che aveva, fra i suoi protagonisti, gli intellettuali e dalla costante negoziazione di questo apparato con le sollecitazioni imposte dalle masse. E dunque, un’operazione di raccolta e commento dei discorsi politici che alcuni dei protagonisti di quella stagione letteraria, come Pascoli e d’Annunzio, Papini, Prezzolini e Serra, Corradini, Valera e Marinetti hanno elaborato per accompagnare l’impresa coloniale italiana in Libia, trova oggi il senso primario di fornire un documento utile per comprendere le forme di produzione dell’ideologia coloniale che hanno agito sulla scena della storia, costruendo, promuovendo e, meno spesso, criticando le ragioni di una aggressione feroce e cruenta.
Antonio Schiavulli